Leggere romanzi favorisce le relazioni con gli altri
Aumenta le nostre abilità sociali, riduce i pregiudizi sul prossimo e migliora l’empatia. Questo è quanto emerso in un recente studio pubblicato sulla rivista Trends in Cognitive Sciences. A spiegarlo è Keith Oatley, uno psicologo-romanziere che ha messo insieme tutte le ricerche neuroscientifiche condotte finora sugli effetti della narrativa sul cervello "La fiction - scrive il professore - è la simulazione di se stessi in relazione con gli altri.
Chi legge migliora la sua comprensione degli stati d'animo altrui, ma trasforma anche se stesso.
Per dimostrare le sue tesi, Oatley - docente di psicologia all'università di Toronto - ha usato una serie di ricerche condotte in proprio e da altri colleghi, dimostrando come la lettura di un romanzo modifichi nell'immediato il cervello. "La letteratura mima il nostro mondo sociale. Come i simulatori di volo aiutano a diventare piloti, la letteratura migliora la capacità di avere relazioni con gli altri. Chi legge migliora la sua comprensione degli stati d'animo altrui, ma trasforma anche se stesso".
Nelle descrizioni di qualsiasi romanzo che si rispetti, infatti, viene coinvolta l’emotività verso personaggi e situazioni. Parte fondamentale di questo processo resta comunque la nostra immaginazione, spesso favorita dalla maestria di un bravo autore attraverso l'arte di imbastire un personaggio lasciandoci liberi di completarne i dettagli e ricostruirne la complessità. "Chi si impegna in questo sforzo di simulazione - spiega lo scrittore - riesce meglio a capire gli altri".
In sostanza, anche se leggere è una di quelle attività che spesso si svolge da soli, non è affatto vero che tende a isolare dalle persone. Semmai è l’esatto contrario.
Leggi anche: Un mercato coperto in disuso diventa biblioteca
Leggi anche: Il segreto per leggere un libro alla settimana